Anche Romano Prodi è rimasto “spiazzato” dall’apparizione dei cartelloni 6×3, lungo i viali di Bologna, evocanti la campagna dell’Ulivo del 1996 e ha commentato:
I manifesti dell’Ulivo? Non li ho visti direttamente, l’ho letto sul giornale. Ma mi ha colpito la data, il 1996: mi è sembrato un tempo così lontano che mi ha fatto effetto.
Dietro l’affissione un gruppo di ragazzi, sostenitori di Pippo Civati alla segreteria del Pd. Dopo l’affissione e il “gradimento” indiretto del “professore”, è iniziata la fase due, quella dei nuovi manifesti (realizzati da Andrea Ghetti). Costo totale delle affissioni, 4.100 euro. Costi di agenzia, zero.
Paolo Cosseddu, il coordinatore della campagna di Civati ha così spiegato il senso della #campagnacover:
Noi, banalmente, volevamo ricordare ai nostri elettori che quel ramoscello tra la P e la D nel logo del Partito Democratico non è lì per caso, anche se spesso tendiamo a dimenticarcene, e che con tutti i brutti pasticci capitati quest’anno quello è un buon punto da cui partire, se si vuole cambiare tutto e andare verso il futuro.