#insultacivati, ma solo ore pasti

Ieri Pippo Civati ci ha messo la faccia e dalle 13 alle 15 ha lanciato su twitter l’hashtag provocatorio #insultacivati, e ha risposto a critiche e commenti senza filtri di elettori, follower, simpatizzanti, delusi e denigratori sulla “ritirata” collettiva dei democratici, decisa all’assemblea dei gruppi parlamentari, a proposito della sfiducia alla ministra Cancellieri per il caso Ligresti.

All’indomani del Cancellieri Day aveva così commentato:

Lo spettacolo è stato tremendo. Avete ragione. E io ho perso. Avete ragione. E ho anche sbagliato, ci sta, perché si può sbagliare: soprattutto perché non si ottiene il risultato. E soprattutto perché, come al solito, non è cambiato nulla

Così il candidato alla segreteria del Pd ha lanciato la sua iniziativa:

Mi pare giusto chiedervi di concentrare gli insulti e le giuste reprimende nei confronti del Pd dalle 13 alle 15 di oggi, quando potrò rispondervi di persona, personalmente. Come sapete, il dissenso non mi fa paura: il nostro vaffaday ce lo siamo meritati. Lo spazio #insultacivati è già aperto da ore: ho cercato di spiegare quello che è successo, ma pare ci sia ancora bisogno di discuterne. Lo faccio volentieri, convinto delle mie ragioni e preoccupato solo della mia delusione, che è anche la vostra.

Alla fine ne è venuta fuori una straordinaria lezione collettiva di democrazia.

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E in serata anche Barca ha deciso di commentare l’iniziativa di Civati.

Barca

Ho scelto i tweet – a mio giudizio – più significativi, ma – lo confesso – la mia è una ricostruzione di parte del dibattito provocato dal lancio dell’hashtag #insultacivati, non ho alcun motivo di nasconderlo. Ho votato la mozione Civati al congresso e voterò Civati alle primarie.

Io resto convinto che il Pd deve essere cambiato, non distrutto. Per cambiare è necessario restare, anche quando diventa difficile farlo.